Tra sport e propaganda, non a caso il film uscì alla vigilia della Cerimonia di Apertura dei Giochi di Pechino, The One Man Olympics narra la storia di Liu Changchun, il primo atleta cinese a partecipare alle Olimpiadi e rappresentare 400 milioni di persone a Los Angeles 1932.

Ancora studente, Liu vede la sua vita sconvolta dall’invasione giapponese della Manciuria, dove lui vive, avvenuta nell’autunno del 1931 con l’instaurazione, pochi mesi dopo, dello stato fantoccio del Manchukuo. Chiamato a rappresentare alle Olimpiadi di Los Angeles i colori del Manchukuo, Liu Changchun si rifiuta e mette in pericolo la sua vita per fuggire verso Pechino. Il debole governo non sostiene il suo desiderio di rappresentare ai Giochi la Cina libera ma il generale Zhang Xueliang, signore della Manciuria ora in esilio alla corte di Chiang Kai-shek, gli fornisce il necessario supporto finanziario.

Accompagnato dall’allenatore Song Junfu, Liu intraprende la traversata del Pacifico e arriva a Los Angeles appena in tempo per la Cerimonia di Apertura dove può sfilare sotto le insegne della Cina.

“La sceneggiatura vuole denunciare le interferenze propagandistiche dei media statunitensi ma cade nello stesso peccato scena dopo scena. La ragione del fallimento non è dovuta al fatto che propaganda e sport non possano garantire buon cinema ma al fatto che alla pellicola mancano le basi per essere efficace sia come propaganda sia come cinema. La conclusione raffazzonata del film non permette di conoscere il destino olimpico di Liu, probabilmente per l’assenza risultati di rilievo”. (Paul Fonoroff, South China Morning Post)